
Fisica spaziale
 La variabilità solare e i suoi effetti sullo spazio circumterrestre
Variazione dell'irraggiamento solare ed effetti sull'atmosfera terrestre
Il Sole presenta una variazione di radiazione emessa durante il ciclo di attività in relazione con la presenza di regioni attive sulla sua superficie. Questa variazione è molto piccola se osservata su tutto lo spettro elettromagnetico, ma è di maggiore importanza nella regione dell'ultravioletto e ciò ha un'influenza significativa sui processi di produzione dell'ozono nella stratosfera terrestre.
Previsione dei brillamenti solari
 In collaborazione con colleghi della Georgia State University, del Jet Propulsion Laboratory (JPL), dell'Agenzia Spaziale Europea e dell'Università di Tor Vergata, la pipeline è stata sviluppata per l'analisi di immagini solari a disco intero osservate con il telescopio MOTH II, che ha operato presso la Stazione Antartica Amudsen per due diverse campagne di osservazione (2016-2017 e 2017-2018). Questo telescopio opera utilizzando filtri magneto-ottici (MOF) in due diverse bande di lunghezza d'onda.
ll Telescopio Solare Sinottico di Tor Vergata (TSST) è uno strumento multicanale compatto e robotizzato, progettato per essere conforme ai principali obiettivi descritti nell'ambito del progetto SPRING, sviluppato nell'ambito del programma H2020-SOLARNET finanziato dall'Unione Europea, e incentrato su uno studio di progettazione preliminare di una struttura di osservazione solare sinottica. Il TSST è attualmente composto da due strumenti per l'osservazione del Sole a disco intero, un telescopio H-alpha e un telescopio basato su un filtro magneto-ottico (MOF) al potassio (KI D1) che opera a 769,9 nm. Il TSST è stato progettato per essere successivamente aggiornato con un secondo canale MOF.
Interazione delle espulsioni di massa coronale con la Terra e l'ambiente circumterrestre
Le espulsioni di massa coronale (CME) sono gli eventi più energetici che si verificano sul Sole e che rilasciano nello spazio interplanetario una enorme quantità di plasma ad altissima velocità. Una CME diretta verso la Terra può interagire con la magnetosfera terrestre diventando una fonte importante di rischio principalmente per le infrastrutture spaziali ma anche per quelle terrestri. Da qui la necessità di comprendere adeguatamente i meccanismi di formazione, lancio e propagazione delle CME dal Sole è diventata un compito fondamentale nell'attuale scienza della meteorologia spaziale. Il nostro gruppo, insieme al gruppo di Fisica solare dell'Università di Tor Vegata, sta collaborando all'implementazione di modelli numerici di complessità crescente, da modelli dinamici semplificati a simulazioni fluidodinamiche più elaborate, per fornire tali informazioni di previsione.
Monitoraggio della plasmasfera
La Plasmasfera è una regione di plasma freddo simile a un toro (energia dell'ordine di 1 eV) che circonda la Terra e si estende da 1000 km fino a 4-6 raggi terrestri (R⊕ ). Sebbene il plasma freddo non rappresenti una fonte di pericolo per le attività nello spazio, la sua interazione con popolazioni di particelle più energetiche, come quelle contenute nelle correnti ad anello e nelle fasce di radiazione, può contribuire a determinare condizioni critiche. È quindi importante monitorare continuamente lo stato della plasmasfera per scopi di previsione a breve e lungo termine.
Interazione vento solare-magnetosfera
Onde ULF
Sviluppo di sensori per la caratterizzazione dei plasmi spaziali
Il gruppo collabora strettamente con l’Istituto Nazionale di Astrofisca (INAF-IAPS) e l’INFN di Roma Tor Vergata per lo sviluppo di sensori per la caratterizzazione dei plasmi spaziali sia dal punto di vista del campo elettro-magnetico sia da quello dei parametri di plasma (densità, velocità, composizione, temperatura, etc.).
In questo ambito il gruppo è parte integrante della missione satellitare CSES-Limadou e della missione CUBE (ESA) in cui sta realizzando un rivelatore di campo elettrico, un plasma-analyzer ed un Langmuir Probe.
I sensori sono sviluppati e calibrati all’interno della camera al plasma dell’INAF-IAPS: una facility in grado di riprodurre un grande volume di plasma ionosferico e interplanetario (vento solare). La sua peculiarità è principalmente dovuta a sorgenti che producono plasma con valori dei parametri caratteristici (ovvero densità, temperatura elettronica ed energie ioniche) nell’intervallo di quelli riscontrati nella ionosfera e nello spazio interplanetario.
Effetti sull'atmosfera polare
Il modello MAgnetosfera Ionosfera e Corrente Geomagnetica Indotta (MA.I.GIC.)
Durante una tempesta geomagnetica, le variazioni rapide e molto intense del campo magnetico terrestre generano intense corrente indotte a terra (GIC) che possono arrecare danni e nei casi più estremi distruggere sia le moderne infrastrutture tecnologiche (come le reti elettriche nazionali, pipeline del gas, ecc.) sia i sistemi di telecomunicazioni.
Il modello MA.I.GIC. consente sia di valutare le GIC sia di discriminare tra correnti di origine magnetosferica e ionosferica che permette di avere una migliore conoscenza di come i vari sistemi di correnti impattano sulle varie infrastrutture durante periodi di alta attività solare, aumentando la capacità di valutazione del rischio associato.
Modello di accoppiamento Magnetosfera-Ionosfera-Litosfera (M.I.L.C.)
I terremoti rappresentano la principale minaccia per la società moderna in termini di possibile perdita di vite umane e di distruzione di urbanistica. Nell’ultima decade, è cresciuto il numero di possibili osservazioni di segnali anomali in atmosfera e in magnetosfera ipoteticamente riconducibili a terremoti. Tuttavia la mancanza di un modello matematico ha da sempre impedito di accoppiare in maniera causale tali segnali ad eventi sismici.M.I.L.C. è il primo modello analitico capace di intrepretare e prevedere eventuali segnali in atmosfera, ionosfera e magnetosfera co-sismici. Si basa sulla generazione di un’onda gravito-acustica in atmosfera che interagisce meccanicamente con la ionosfera generando un’ instabilità della distribuzione di plasma locale attraverso un gradiente di pressione. Tale variazione di plasma porta la ionosfera in un stato “meta-stabile” generando sia un’onda di plasma sia una onda elettromagnetica che a loro volta interagiscono con la magnetosfera terrestre modificando l’autofrequenza della linea di campo magnetosferico incernierata nell’epicentro del terremoto.




